Antonio Burdi è un giovane procuratore. Ci racconta la sua storia che lo ha portato a svolgere questa professione.
Come calciatore prometteva bene però, quando capì di volerlo fare come professione era troppo tardi, pertanto decise di tentare la strada come procuratore.
Gli abbiamo posto varie domande sul mondo del calcio e ci ha dato vari spunti interessanti su cui riflettere.
“ Ciao Antonio,
grazie per averci accettato il nostro invito.
Raccontaci il primo impatto col nostro sport quando è stato ?
Alla tenera età di 6 anni ho iniziato a tirar i primi calci al pallone. Non ho mai giocato a livello professionistico, ma esclusivamente a livello dilettantistico giovanile. Sono cresciuto con il mito di Ronaldo (Il fenomeno). Sicuramente è anche grazie a lui se oggi sono un Agente FIFA. Lui mi ha fatto innamorare del calcio.
Quando hai capito che poteva diventare una professione ?
Quando capii che ero gia in età troppo avanzata per poter emergere come calciatore. Allora completata la maturità, scattò in me una scintilla. La mia intenzione era quella di entrar nel mondo del calcio sotto un altra veste; quella manageriale. Dopo un po di anni in giro per i campi come semplice appassionato, il 2013 decisi di iscrivermi alla sezione d’esame indetta dalla FIGC per l’acquisizione della qualifica di “Agente di calciatori e società professionistiche” alias “Agente FIFA”. Superato l’esame ottenni l’abilitazione per l’iscrizione al relativo “albo FIGC”. Dal 1° Aprile 2015 però questo Albo non esiste più, illegittimamente sostituito da un semplice “Registro Procuratori sportivi”, accessibile a tutti. Si proprio a tutti. Belli e brutti mi verrebbe da dire. Si perché anche un soggetto con una fedina penale non pulita e che abbia commesso reati non considerati “gravi” dal “Regolamento procuratori”, avrà la possibilità di iscriversi, versando la modica cifra di 500€. Un benvenuto alla criminalità organizzata insomma. In altre parole, un registro che può spalancare le porte a gente senza alcun requisito PROFESSIONALE, FORMATIVO, ETICO E MORALE.
Una mattina mi alzo e voglio fare il procuratore cosa devo fare ?
Studiare, vedere tante gare, affiancarti a qualcuno gia navigato. La formazione però è alla base di tutto. C’è tanta ignoranza e tanti pregiudizi riguardo la nostra professione. La gente pensa che questo sia un lavoro che chiunque potrebbe svolgere senza alcuna preparazione. Ma non è assolutamente cosi. Io studiai per un anno intero (e non me ne vergogno nel dirlo) per superare il concorso su menzionato e attualmente continuo comunque a studiare e a dare esami universitari. Il nostro è un lavoro che integra aspetti sportivi, legali, commerciali, tributari ma anche psicologici e sanitari. Riguarda tutto ciò che gira intorno all’atleta e alle società. Quindi non solo è necessaria una preparazione specifica in materia calcistica inerente ai vari regolamenti FIFA e FIGC (NOIF, regolamento sullo status e trasferimento dei calciatori, giustizia sportiva, ecc), ma anche una preparazione più ampia. Un avvocato per esempio, pur possedendo una preparazione Generale riguardante il Diritto, se volesse svolgere l’attività di procuratore sportivo, dovrebbe comunque studiarsi i vari regolamenti FIGC e FIFA, essendo questa una materia specifica.
Sappiamo che sei sempre molto impegnato come riesci a conciliare gli impegni familiari e quelli lavorativi ?
La vita è fatta di sacrifici. La famiglia vuole sempre la tua felicità e se ti vede felice, di conseguenza è felice. Però le difficoltà non mancano di certo; bisogna compiere delle scelte e saper assegnare la giusta agli impegni, per poter conciliare lavoro e famiglia. Io sono una persona ambiziosa e con grande spirito di abnegazione. Passo intere giornate dedicandomi al mio lavoro e alla mia formazione, rinunciando a hobby, amici e svaghi. Ma lo faccio con passione, perché non c’è nulla che mi rende più felice del mio lavoro.
Come vedi l’arrivo di imprenditori stranieri in Italia ?
Sono da sempre d’accordo, con l’afflusso di capitali stranieri nel nostro calcio. Però allo stesso tempo, penso che, prima di giungere al “closing” in una qualsiasi negoziazione, vadano sempre fatte accurate analisi non solo economiche/finanziarie ed etico/morali ma anche riguardanti il grado di competenza ed affidabilità della contro parte. Molti “imprenditori” utilizzano il calcio, come mezzo per acquisire popolarità, per poi un giungere a un secondo fine. Altri invece, dopo un po, si rivelano addirittura nullatenenti. Altri ancora, privi di ogni competenza non solo sportiva ma anche aziendale. Bisogna fare molto attenzione, perché il bluff, può essere sempre dietro l’angolo.
Parlaci della crisi Interista come la vedi ?
Penso che questo sia il momento più difficile degli ultimi anni, considerando il denaro speso nell’ultima finestra di mercato e i risultati fin qui ottenuti. E’ stato fatto un grande errore iniziale, nel presentare De Bour a metà agosto. Questo ha inciso pesantemente e negativamente sia sulla stagione dell’Inter, sia sul futuro del tecnico olandese. Penso che nel futuro però, le cose possano migliorare sicuramente. Bisogna dare fiducia incondizionata a Pioli fino fine stagione, a prescindere dai risultati, lasciandolo lavorare in pace. Se fossi la proprietà, a gennaio farei solo un tipo di mercato : quello in uscita.
Saresti favorevole al mercato tutto l’anno ?
In un certo senso si, perché consentirebbe a noi addetti ai lavori, di poter collocare calciatori in un qualsiasi periodo dell’anno. Ma d’altro canto penso sia difficile realizzazione per questioni organizzative.
Domanda più ludica sei bravo a giocare a pallone ?
Ero bravino. Ero un trequartista e all’occorrenza anche regista 🙂 Ma preferisco lasciare ai miei assistiti la veste di calciatori, sicuramente più bravi del sottoscritto, pensando esclusivamente alla mia mansione di Agente.
Adamo Recchia
Fonte: zonacalciofaidate.it